Quando la finzione somiglia un po’ troppo alla realtà
Triangoli amorosi, figli che spuntano dal passato, matrimoni lampo, riappacificazioni improbabili: Beautiful è il festival del dramma familiare. Esagerato, sì! Irreale? Forse meno di quanto vorremmo credere.
Una volta ho conosciuto una famiglia in cui il padre era figlio unico… ma con due fratelli. No, non è uno scherzo: la madre biologica morì di parto, il padre si risposò con una ragazza madre, che aveva già un figlio. Poi insieme ebbero un altro figlio. Tre fratelli, ma senza legami “ufficiali”. Eppure, tutti parte della stessa storia.
Perché le soap piacciono? Perché ci fanno ridere, sospirare e a volte sbuffare. Ma soprattutto perché, sotto sotto, ci raccontano qualcosa che conosciamo bene: le trame ripetitive, i ruoli che si tramandano, le parole non dette. Esagerate, ma familiari.
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Le famiglie che si “auto-ripetono”
In Beautiful, ogni generazione sembra recitare la stessa parte. Chi tradisce, chi viene tradito, chi torna e chi resta. Cambiano i vestiti (e i tagli di capelli), ma i copioni sono sempre quelli. È questo che fa dire allo spettatore: “Ma non era già successo dieci anni fa?”. Sì. Era successo. E succede anche nelle famiglie vere, dove la storia tende a replicarsi finché qualcosa o qualcuno non la guarda davvero.
Un esempio classico è quello del mito di Edipo. Magari lo ricordiamo solo per il suo lato più tragico, ma in realtà ci parla proprio di come le famiglie trasmettano copioni inconsapevoli. Edipo nasce da una profezia: ucciderà suo padre e sposerà sua madre. Per evitarlo, i genitori lo abbandonano. Ma così facendo, attivano proprio il destino che volevano evitare. Edipo cresce, ignaro delle sue origini, e compie gli atti profetizzati, senza sapere chi è davvero.
È una storia estrema, certo, ma simbolica: quando le verità familiari vengono nascoste, la vita trova comunque un modo per portarle alla luce — spesso in modo doloroso. È solo quando Edipo scopre la verità che può iniziare una trasformazione. Anche qui: un ciclo che si ripete finché qualcuno non ha il coraggio di guardare — davvero.
A ben vedere, già la mitologia greca sembrava anticipare quello che oggi chiamiamo “temi da costellazioni familiari”. Le genealogie, le colpe ereditarie, gli incastri tra destino e scelta, il peso degli antenati: tutto era già lì, raccontato nei miti come un modo per spiegare ciò che si trasmette nelle famiglie. Non a caso, Edipo non è un’eccezione, ma uno tra tanti, a cui di certo mi ispirerò nelle prossime puntate. Famiglie mitiche, certo, ma con ferite molto umane.
Noi lavoriamo proprio lì: su quel punto cieco dove la ripetizione prende il posto della scelta. Dove si recita una parte senza sapere di aver avuto un copione in mano. Dove una figlia diventa la madre della madre, un figlio si porta addosso la rabbia del nonno, e nessuno ricorda più com’era prima.
Il ruolo che ti tocca (anche se non lo hai scelto)
Le soap ci parlano anche perché mettono in scena i ruoli fissi. C’è la salvatrice, il traditore, il leale, l’escluso. Personaggi tagliati con l’accetta? Forse. Ma se pensi a certe dinamiche familiari, scoprirai che anche lì si recitano copioni simili. Solo meno glamour.
Virginia Satir, pioniera della terapia familiare, parlava di ruoli assunti per mantenere l’equilibrio del sistema: il placatore, il colpevolizzatore, il super-razionale, il distraente. Ognuno di questi ruoli nasce come risposta a un contesto, una strategia per sopravvivere emotivamente. Ma col tempo diventano gabbie.
Anche Eric Berne, padre dell’Analisi Transazionale, ci offre una chiave potente: i giochi psicologici e gli script di vita che si ereditano e si recitano senza consapevolezza. Il famoso triangolo vittima-salvatore-persecutore si ripresenta in moltissime famiglie… e soap opera!
Inserire questi riferimenti ci aiuta a capire che non stiamo parlando solo di fiction. Stiamo parlando di strutture psichiche che tutti, in qualche misura, abitiamo.
Ci sono figli che diventano alleati silenziosi dei genitori, sorelle che fanno da madri, padri invisibili che lasciano vuoti pesanti. E se un ruolo non è disponibile, il sistema familiare ne crea uno nuovo. Come in teatro: lo spettacolo deve andare avanti.
Cosa facciamo noi con tutto questo?
Nel nostro lavoro con le costellazioni familiari narrative, queste storie non le giudichiamo. Le ascoltiamo. Le portiamo alla luce. Le mettiamo in scena in modo nuovo.
Non serve che tu dica “io sono come Ridge” o “mia madre è Brooke” (anche se capita più spesso di quanto immagini!). Serve solo la disponibilità a vedere le trame. A notare dove qualcosa si ripete, si blocca, o si nasconde.
Con il counseling narrativo e il genogramma, ti aiutiamo a mettere ordine. Con le costellazioni, ti accompagniamo a muovere la scena: a dare spazio a chi non ne ha avuto, a ridare il posto a chi è stato dimenticato, a vedere finalmente chi stavi diventando.
Cambiare canale (senza cambiare famiglia)
La buona notizia è che non serve riscrivere tutta la sceneggiatura. Basta accorgersi. Perché anche solo riconoscere il ruolo che stavi recitando – il leale silenzioso, l’eterna esclusa, l’aggiustatore di equilibri – è già un atto di libertà.
E quando uno si sposta, tutto il sistema comincia a respirare. Come quando un personaggio secondario smette di stare in ombra e finalmente dice la sua battuta.
In chiusura
Le soap ci piacciono perché sono un po’ come la vita: complicate, affollate, emotivamente intense. Solo che nella vita vera, nessuno ti dà una sceneggiatura. Tocca scriverla strada facendo.
E non è sempre facile accorgersi di quando stai recitando un ruolo che non ti appartiene più. A volte continui a portare avanti la parte solo perché nessuno ha mai detto: “puoi cambiare”. Ma puoi. Ogni storia può trovare parole nuove. Ogni personaggio può essere riscritto.
Il nostro lavoro serve proprio a questo: creare uno spazio in cui puoi guardare la tua trama con occhi diversi, con un pizzico di ironia e tanta compassione. E magari, scegliere se vuoi ancora fare la comparsa o iniziare a occupare davvero il tuo posto nella scena.
E noi siamo qui per accompagnarti proprio lì, dove la trama comincia a cambiare.
Vuoi saperne di più su come lavoriamo?
Se senti che anche tu stai recitando una parte che non ti somiglia più, dai un’occhiata alla sezione eventi del sito. Potrebbe essere l’inizio di una scena nuova.


