La nostra storia

dall’incontro con Jutta Ten Herkel alle Costellazioni Narrative

Ci siamo conosciute durante un corso di costellazioni con Jutta Ten Herkel e, come spesso accade quando si condivide la stessa “Fucina emotiva”, abbiamo patito insieme. E sapete com’è: quando si soffre in tandem, o ci si odia o ci si ama.

Noi, fortunatamente, ci siamo amate.

Da allora, è iniziata una amicizia a distanza fatta di telefonate infinite e video call in cui, oltre a confidarci le paturnie quotidiane (sì, quelle cose tipo “Il gatto mi guarda male” o “Perché non riesco a risolvere questo pasticcio esistenziale?”), facevamo anche supervisione sui casi che ci mettevano davvero in difficoltà.

Quando ciascuna di noi tirava fuori la propria lavagnetta e i post-it pieni di scarabocchi, scattavamo foto e le scambiavamo come due agenti speciali che cercano di risolvere un intrigo internazionale.

L’una il catalizzatore dell’altra

In quei momenti ci siamo rese conto di essere l’una il catalizzatore dell’altra: a ogni telefonata, spuntavano idee nuove, rivelazioni inaspettate, collegamenti sorprendenti. Era (ed è tuttora) come se la presenza dell’altra facesse partire dei fuochi d’artificio nei nostri circuiti neuronali, scovando soluzioni che, da sole, nemmeno avremmo immaginato.

Proprio tra una confidenza e l’altra, tra un “Non posso crederci, questa cliente ha di nuovo sognato la zia!” e un “Ma è mai possibile che dopo la costellazione nessuno sappia bene come ri-portare a casa le nuove consapevolezze?”, abbiamo iniziato a vedere i famosi fili rossi. Abbiamo capito che l’intuizione costellativa, da sola, spesso non basta: servono una fase preparatoria e una “mappa di rientro” per integrare al meglio ciò che emerge.

Ecco come siamo arrivate alle Costellazioni Narrative: unire la potenza delle Costellazioni Familiari Sistemiche di Hellinger a un approccio narrativo che ci permette di scavare nella storia della persona, prima e dopo il “flash” costellativo.

Il risultato è un metodo più completo, che accompagna e sostiene anche nella fase successiva alla grande rivelazione.

Ciò che è ancora più bello, però, è che tutto questo nasce da un’amicizia che mi riempie di gioia. E, a dirla tutta, di gratitudine. Perché quando due persone “patiscono insieme” e scelgono di amarsi, finiscono per creare qualcosa di nuovo. Qualcosa che, guarda caso, ha il sapore di un progetto destinato a crescere e a migliorare la vita di molti.

Io non scrivo, questo è il compito di Manuela.
Però qui voglio dire la mia: questo progetto ha rimesso energia e passione in un momento di grande stasi nella mia vita. Una questione famigliare mi aveva bloccato e ero come apatica di fronte alla sofferenza. Manuela mi ha chiesto di portare non solo la mia passione per il counseling e le costellazioni, ma anche la parte di me che avevo dimenticato: l’organizzazione e l’amministrazione. Si perché nasco ragioniera!

Così con questo progetto è come se tutta la mia storia si fosse fusa insieme e ho creato questa nuova Michela che mi piace molto!!! 

Grazie Manu!!!!

Michela Pirola

Manuela Ascari

Sono stata una strana bambina.

Ho avuto anche un inizio scoppiettante: epilessia infantile. Questo ha contribuito a rendermi la star delle pause in cortile, con tanto di crisi che mi lasciavano stesa a terra in mezzo alla bava – spettacolo niente male, davvero. Dopo lo spettacolo però attorno a me al posto degli applausi e delle acclamazioni, c’era il deserto sociale. A quattro anni, con la complicità delle suore dell’asilo, ho imparato a leggere da sola. Da allora, il mio mondo è sempre stato pieno di storie: da quelle semplici come le favole e i fumetti, fino a divorare tutto ciò che trovavo nella biblioteca del paese.

Quando avevo sei anni, guardavo la maestra spiegare i numeri e le prime operazioni e mi perdevo nei miei sogni, immaginando come l’avrei fatto io – con giochi, racconti e qualche battuta divertente. Alla fine, la verità è che mi annoiavo perché durante l’estate avevo già letto da sola tutto il sussidiario (L’anno successivo, mia madre non me lo ha dato, su richiesta della maestra). Mentre gli altri si arrovellavano con le tabelline, io già mi dilettavo a scoprire come spiegare al resto del mondo (che a quell’epoca erano i miei compagni) concetti complessi con parole semplici.

Le storie mi hanno sempre affascinato. Ma mica quelle di principesse rimbambite e incapaci. Non ho mai potuto sopportare Cenerentola o Biancaneve – una passava il tempo a pulire gratis la casa degli altri e in più era maltrattata, l’altra mangiava mele da sconosciuti (chi fa una cosa del genere?). Mi piacevano di più i personaggi con un po’ di cervello: “Il Gatto con gli Stivali”, ad esempio. Lui sì che sapeva come girare le situazioni a suo favore!

Quel mio amore per le storie non mi ha mai lasciato. Mi ha spinta a esplorare il mondo della pedagogia, prendendo prima un diploma magistrale e poi una laurea in pedagogia. Ma non mi sono fermata lì: volevo capire di più come funziona la mente umana. Ho collezionato master come altri raccolgono francobolli: uno in PNL e comunicazione, un altro in gestione dei processi formativi, e poi ancora in ipnosi Ericksoniana. Mi sono anche specializzata in Counseling per poi scegliere di approfondire con un percorso accademico: una laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche e 12 anni fa ho aggiunto al mio percorso la formazione in Costellazioni Familiari. Insomma, non mi sono fatta mancare nulla. Però per non smentirmi: l’ultima novità è un percorso di laurea magistrale in Cyberpsicologia, a cui mi sono appena iscritta.

È stato un po’ come partecipare a una maratona di Netflix su “come capire le persone” – solo che al posto di una coperta e un divano c’erano montagne di libri, appunti e ore di pratica sul campo.

E sai una cosa? In tutto questo percorso, ho scoperto che le storie non sono solo divertenti, ma anche potentissimi strumenti di crescita e comprensione. Come counselor, uso le storie ogni giorno con i miei clienti. Spesso le loro stesse storie. Perché? Perché in ogni storia c’è un pezzo di verità che può illuminare anche le situazioni più buie. E perché tutti amiamo le storie, ma non tutti capiscono quanto possono aiutarci a crescere e a capire le scelte che facciamo – o quelle che subiamo.

Il mio percorso con le costellazioni familiari è iniziato quasi per caso, in un seminario che sembrava preso da un romanzo gotico (tutto quadri antichi e busti di marmo). Ma lì, osservando quella “danza” di persone che rappresentavano membri della famiglia di qualcun altro, ho capito che c’era molto più di quanto immaginassi. E così, mi sono tuffata in questo mondo stravagante, tra rivelazioni, storie mai raccontate, e persone che ballano letteralmente con i fantasmi del passato.

Oggi mi piace pensare a me stessa come a un “Menestrello” una guida tra storie – le mie, le tue, quelle dei clienti, e persino quelle dei cartoni animati e delle serie TV. Uso le storie per rendere argomenti complessi come le Costellazioni Familiari più accessibili e meno pesanti, trasformandoli in episodi di una serie avvincente. In fondo, come ho sempre detto, affrontare i nodi irrisolti della tua famiglia può essere tanto piacevole quanto un incontro di boxe… ma almeno, con un po’ di humor e qualche metafora colorata, possiamo fare in modo che la prossima volta tu non sia quello che le prende!

Michela Pirola

Michela è la mia Eminenza grigia: ama stare dietro le quinte e lei stessa si definisce così. Per me è anche un po’ il mio angelo custode, un po’ la mia coscienza critica e, in certi momenti, anche il mio grillo parlante (quello che Pinocchio vorrebbe schiacciare). È la persona che mi mantiene con i piedi per terra quando i miei voli pindarici decollano.

È anche estremamente prolissa! Le sue narrazioni sono così ricche di dettagli che spesso mi fanno esclamare: “Riassumi… MI FAI FATICA!”. Ma, devo ammetterlo, è proprio nella sua attenzione ai particolari che si nasconde la sua forza. Mentre io tendo a sintetizzare all’estremo, lei vede ciò che agli altri sfugge, e questo ci rende una squadra perfetta.

 

La sua storia, come tutte le storie di coloro che di anni ne hanno più dietro che davanti è complessa e multiforme. La vede arrivare al mondo (unica bambina di famiglia), con un carico enorme: le aspettative di sei adulti. La famiglia d’origine è l’impegno che regge da sempre. È l’obbligo e l’amore, la passione e la dannazione. Come in tutte le famiglie ci sono periodi turbolenti e intensi momenti di gioia. 

Potrei farvi la cronaca della sua vita come lei la racconta, preferisco però presentarvela a modo mio, visto che mi ha dato l’incarico di dirvi chi è. 

Nel mezzo del cammin della sua vita, a 35 anni Michela si ribella! È vietato immaginarla come un’eroina capelli al vento e forme perfette, all’epoca aveva immagazzinato ben 108 kg nel suo corpicino e qualcosa si è rotto. Immagino che fosse la sua capacità di sopportazione. Dopo una vita passata a mangiare per arginare la voglia di esprimere chi fosse davvero, a quell’età l’unica scelta è stata dire BASTA. Basta alle prese in giro di un’infanzia costellata di “Cicciona, quattrocchi”, basta all’esclusione dai gruppi di coetanei, basta ai tradimenti. Tanti anni spesi a compiacere tutta la cerchia attorno per accorgersi di mancare al mondo. Ma quando arriva un figlio, e passa la depressione post partum, hai solo una scelta: smetterla di nasconderti, prenderti carico di te e fare l’adulta!

Così coraggiosamente Michela ha intrapreso la via chirurgica, un bendaggio gastrico, per velocizzare e rendere stabile un cambiamento che, forse, nemmeno lei credeva possibile. Lascia il lavoro e si dedica alla famiglia che ha costruito insieme a Claudio, crescere Emanuele diventa il suo scopo. 

Fortunatamente per me non l’unico!

Mentre il suo peso scendeva ha deciso di cominciare a curare oltre che l’aspetto esterno anche la sua mente, offrendole finalmente quelle conoscenze che si era negata in gioventù. 

Si è iscritta ad un percorso di counseling gestaltico presso il centro studi della gestalt di Milano CSTG. Per tre anni ha studiato e fatto pratica innanzitutto per capire e cambiare in prima persona; accorgendosi poi, durante il tirocinio, che attraverso la sua esperienza poteva aiutare tanti che si trovavano nelle stesse pesti che la avevano afflitta. Si specializza così nell’intervento sulle dipendenze. Si dedica poi ad un corso di ipnosi Ericksoniana presso PNL Meta di Milano (qui a distanza le nostre strade cominciano a convergere, stessa scuola ma io a Bologna). Qui anche lei affidandosi al giudizio entusiastico del nostro maestro si iscrive al corso di formazione in costellazioni familiari sistemiche tenuto sempre da PNL Meta però a Bologna, così 13 anni fa ci siamo incontrate.